Caravaggio: tour della penisola alla ricerca delle opere del Merisi

L’immortalità di un artista risiede nella sua abilità di narrare la realtà attraverso una lente personale, esponendosi in modo aperto e onesto.

Caravaggio incarna questo concetto alla perfezione, diventando uno dei giganti della storia dell’arte grazie alla sua ineguagliabile capacità di unire un talento senza confini a una vita di inquietudini, continuando a catturare la nostra immaginazione.

La potenza del suo realismo drammatico trasforma l’osservazione delle sue opere in un’esperienza profondamente commovente. Visitare i luoghi che custodiscono i suoi lavori più celebri in Italia diventa dunque un appuntamento fondamentale per chiunque desideri avvicinarsi alla sua arte: musei, pinacoteche e gallerie diventano le tappe chiave per ammirare la grandezza di Caravaggio.

Le creazioni di Caravaggio si possono ammirare in varie parti del mondo, disseminate tra musei, edifici religiosi e collezioni private, con una concentrazione significativa in Italia. Nato a Milano nel 1571 con il nome di Michelangelo Merisi, l’artista prese il soprannome da Caravaggio, la cittadina bergamasca di origine dei suoi genitori, Fermo Merisi e Lucia Aratori.

Durante la sua esistenza, Caravaggio trascorse oltre un decennio a Roma, per poi spostarsi a Napoli, Messina, Malta e infine tornare a Napoli; la sua vita si concluse prematuramente a Porto Ercole, in Toscana, nel 1610, mentre attendeva invano che il Papa revocasse la sua condanna a morte.

La vita di Caravaggio fu segnata da enigmi e comportamenti estremi, e la sua arte fu dimenticata per lungo tempo. La svolta arrivò nel XX secolo quando lo storico dell’arte Roberto Longhi ne rinnovò l’immagine, proclamandolo precursore dell’arte moderna. L’influenza di Caravaggio si estese ai pittori europei per almeno due secoli successivi alla sua scomparsa.

Milano e le pinacoteche

Nella Pinacoteca Ambrosiana è esposta “La canestra di frutta” di Caravaggio, opera realizzata tra il 1597 e il 1600.

Questa natura morta si distingue per la sua impressionante vivacità e realismo, nonché per le ricche simbologie che trasmette, offrendo una rappresentazione che sfiora il paradosso per quanto appare autentica.

Presso la Pinacoteca di Brera, invece, è possibile ammirare la seconda versione della “Cena in Emmaus” (1606), che si caratterizza per un approccio più austero e per una gamma di colori e atmosfere decisamente più sobrie rispetto alla versione precedente del 1602, attualmente conservata a Londra.

Questa versione fu realizzata da Caravaggio in un momento particolarmente tumultuoso della sua vita, poco dopo la sua fuga da Roma a causa dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, un noto personaggio legato al mondo del crimine, evidenziando come le vicissitudini personali dell’artista abbiano influenzato direttamente il tono e lo stile delle sue opere.

Firenze: Uffizi e Palazzo Pitti

Firenze ospita numerose celebri opere di Caravaggio, rendendola una tappa imprescindibile per gli amanti dell’arte.

Presso la Galleria degli Uffizi sono in mostra capolavori come

  • “Il Bacco” (1597), che ritrae il dio in gioventù, un soggetto molto amato dall’artista;
  • “Lo Scudo con testa di Medusa” (1598), un’opera commissionata dalla famiglia Medici;
  • “Il Sacrificio di Isacco” del 1603.

La Galleria Palatina di Palazzo Pitti custodisce invece

  • “Il Ritratto di Antonio Martelli”,
  • “Amorino dormiente”,
  • “Il Cavadenti”,

opere che testimoniano la varietà tematica e stilistica di Caravaggio.

Altrettanto significativa è la Fondazione Longhi, che preserva la collezione dello storico dell’arte Roberto Longhi, inclusa una delle due versioni di “Ragazzo morso da un ramarro” — l’altra si trova a Londra — e una copia di quella che si ritiene possa essere stata la prima opera dell’artista, “Ragazzo che monda un frutto”, purtroppo perduta.

Questi luoghi offrono un’immersione intensa nel genio di Caravaggio, permettendo di apprezzare l’evoluzione della sua tecnica e la profondità dei suoi temi.

Roma: la città più ricca di opere

Roma si distingue come la città italiana che vanta il maggior numero di opere di Caravaggio, grazie alla profonda connessione dell’artista con le influenti cerchie ecclesiastiche.

Musei, chiese e collezioni private della capitale sono riccamente dotati di suoi lavori. Un notevole esempio è la Chiesa di San Luigi dei Francesi, dove la Cappella Contarelli espone gli episodi del ciclo di vita di San Matteo.

All’interno della Galleria Borghese, si possono ammirare opere come

  • “Il Bacchino malato”,
  • “Fanciullo con canestro di frutta”,
  • “San Girolamo scrivente” (foto seguente).

La Pinacoteca Capitolina custodisce

  • la “Buona ventura” (l’altra versione è conservata al Louvre),
  • il “San Giovanni Battista”, di cui una seconda versione si trova presso la Galleria Doria Pamphilj assieme alla “Maddalena penitente” e al “Riposo durante la fuga in Egitto”.

Roma ospita ulteriori capolavori caravaggeschi in luoghi come Villa Ludovisi, la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, le Gallerie Nazionali di Arte Antica in Galleria Corsini, e nella Collezione Privata Odescalchi-Balbi di Palazzo Odescalchi, offrendo un panorama completo dell’eccezionale contributo di Caravaggio all’arte italiana e mondiale.

Napoli: le due fasi

A Napoli, il Museo Nazionale di Capodimonte rappresenta una tappa fondamentale per gli ammiratori di Caravaggio, ospitando la “Flagellazione di Cristo” del 1608. Questo dipinto è uno dei due soli lavori rimasti in città attribuibili alla prima fase napoletana dell’artista. L’altro capolavoro, “Le Sette opere di Misericordia”, si ammira al Pio Monte della Misericordia, luogo emblematico per la sua importanza artistica e sociale.

Dal 2021, il “Martirio di Sant’Orsola” del 1610 ha cambiato casa, trasferendosi da Palazzo Zevallos a Palazzo Piacentini. Quest’opera, realizzata durante il secondo soggiorno di Caravaggio a Napoli, è considerata l’ultima fatica dell’artista, segnando il commovente epilogo della sua tumultuosa carriera. Questi luoghi napoletani offrono una prospettiva unica sulla tarda produzione di Caravaggio, permettendo di apprezzare la profondità emotiva e la maestria tecnica delle sue opere finali.

Messina: verso la fine

Il Museo Regionale di Messina custodisce due preziose opere di Caravaggio che rappresentano momenti salienti del suo percorso artistico:

  • la “Resurrezione di Lazzaro”
  • l’“Adorazione dei pastori”.

Entrambe le tele risalgono agli anni finali della vita di Caravaggio, durante il periodo trascorso dall’artista in Sicilia e testimoniano la continua evoluzione della sua tecnica pittorica e la profondità della sua espressione artistica, che hanno mantenuto la capacità di commuovere e affascinare gli spettatori.

La presenza di questi capolavori a Messina offre un’occasione imperdibile per esplorare l’ultima fase creativa di uno dei maggiori innovatori della storia dell’arte.

Il resto d’Italia: briciole d’autore sparse

Oltre alle città già menzionate, altre località italiane vantano la presenza di opere di Caravaggio all’interno dei propri musei, dimostrando l’ampia diffusione e l’influenza del maestro nel panorama artistico nazionale. A Prato, la Galleria di Palazzo degli Alberti espone alcune delle sue creazioni. Genova, con la sua Galleria di Palazzo Bianco, e Cremona, presso il Museo Civico Ala Ponzone, arricchiscono ulteriormente l’offerta culturale con opere caravaggesche.

Il casus belli del San Francesco in estasi

Interessante è il caso di Udine, dove i Civici Musei custodiscono il “San Francesco in estasi”, un’opera la cui attribuzione è oggetto di dibattito, tanto da essere contesa con un museo americano per l’originalità.

Queste presenze attestano l’esteso riconoscimento e la venerazione di Caravaggio, la cui arte continua a essere un punto di riferimento essenziale per intenditori, studiosi e amanti dell’arte in Italia e nel mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

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