Villasimius, splendido comune nel sud della Sardegna

Villasimius si estende dalla catena montuosa dei Sette Fratelli a nord-ovest fino alle coste del promontorio di Capo Carbonara a sud-est. Le montagne occupano il lato occidentale del territorio, con il monte Minni Minni che raggiunge un’altitudine di circa 700 metri. A ovest di Capo Carbonara si trovano la spiaggia di Campulongu e il porto turistico, mentre nel versante orientale si trovano lo stagno di Notteri e le spiagge di Simius e Porto Giunco. Villasimius include anche due isole: l’isola dei Cavoli e l’isola di Serpentara. Il centro urbano è situato a circa 1,5 km dalla spiaggia di Simius.

Clima

Villasimius gode di un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati calde. Le temperature estive possono superare i 40 °C, mentre quelle invernali si aggirano intorno ai 10 °C. La neve è rara, se non sulle montagne circostanti. Capo Carbonara è uno dei punti più aridi d’Italia, con una media pluviometrica annua di 237,8 mm. Villasimius è esposta ai venti, in particolare al maestrale, che può raggiungere raffiche di 100 km/h.

Origini del nome

Il toponimo Villasimius, in uso dal 1862, deriva dall’antico nome del borgo Simius. Secondo il linguista Massimo Pittau, il nome potrebbe derivare dal latino “semus” (scemato, scomparso), riferendosi sia all’abbandono del villaggio a causa delle razzie saracene, sia alla siccità dei corsi d’acqua locali.

Storia

Villasimius è stata abitata fin dai tempi prenuragici, con testimonianze come le domus de janas e i nuraghi. I Fenici costruirono un santuario dedicato ad Astarte nel VII secolo a.C., successivamente distrutto dai Punici. Durante la dominazione romana, restano alcune tracce come terme, monete e una statua. Nel Medioevo, il villaggio di Carbonara apparteneva al giudicato di Cagliari e passò sotto il dominio aragonese e poi ai Carroz.

Nel XIX secolo, con l’iniziativa del Marchese di Quirra e del generale Antonio Incani, la zona fu ripopolata e sviluppata, diventando un comune autonomo nel 1853. Nel 1862, il nome fu cambiato da Carbonara a Villasimius.

Monumenti e Luoghi d’Interesse

Architetture Religiose

  • Parrocchia di San Raffaele Arcangelo
  • Chiesa di Santa Maria

Architetture Militari

  • Fortezza Vecchia
  • Torri costiere

Siti Archeologici

  • Insediamento fenicio e romano di Cuccureddus
  • Edificio termale di Santa Maria
  • Necropoli di Cruccuris
  • Necropoli di Accu Is Traias
  • Nuraghe Baccu de Gattus
  • Domus de Janas (spiaggia del Riso)
  • Nuraghi Cuccureddus, Giardoni, Cixilianu
  • Tomba dei giganti Giardoni

Spiagge

  • Spiaggia di Porto Sa Ruxi
  • Spiaggia di Cava Usai
  • Spiaggia di Notteri
  • Spiaggia di Porto Giunco
  • Spiaggia Timi Ama
  • Spiaggia di Campulongu
  • Spiaggia di Campus
  • Spiaggia di Punta Molentis
  • Spiaggia di Proceddus
  • Spiaggia di Simius
  • Spiaggia di Cala Caterina
  • Spiaggia di Santo Stefano
  • Spiaggia di Porto Luna
  • Spiaggia di Is Traias
  • Spiaggia di Piscadeddus
  • Spiaggia del Riso

Lingue e dialetti

La variante del sardo parlata a Villasimius è il campidanese occidentale.

Cultura

Musei

  • Museo archeologico di Villasimius: ospita quattro sale dedicate al mare, al territorio, al santuario di Cuccureddus e al relitto dell’isola dei Cavoli.
  • Museo del mare di Villasimius: situato all’interno di Casa Todde, conserva oltre 200 pezzi donati da un privato.

Cucina

Una delle ricette tipiche di Villasimius è la “costedda” (sa costedda in sardo), una focaccia locale a base di pomodori freschi o cipolle, poco conosciuta negli altri territori sardi.

Economia

Le risorse economiche originarie di Villasimius erano l’agricoltura, la pastorizia e lo sfruttamento del carbone di legna. Dal 1875 agli anni 1950, fu importante anche l’estrazione di granito. Il turismo iniziò a svilupparsi negli anni 1950, diventando l’attività principale dagli anni 1960. Nel 1998, è stata istituita l’Area Marina Protetta di Capo Carbonara, promuovendo ulteriormente il turismo sostenibile.

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