Mantova: da Virgilio a patrimonio UNESCO

Mantova (Mantua in latino e Màntua in dialetto mantovano) è un comune italiano situato in Lombardia, capoluogo dell’omonima provincia, con una popolazione di circa 48.692 abitanti.

Dal luglio 2008, Mantova e Sabbioneta sono entrate a far parte dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, grazie all’eredità lasciata dai Gonzaga che le ha rese importanti centri del Rinascimento italiano ed europeo.

Rappresentando la “madre nobile” come capitale del marchesato e successivamente del ducato di Mantova, la città è anche inserita tra le quattordici città nobili del Vittoriano, simboleggiando il precursore della monarchia sabauda e dell’unità d’Italia. Nel 2016, Mantova è stata insignita del titolo di capitale italiana della cultura e nel 2017 è stata premiata insieme alle province di Bergamo, Brescia e Cremona come Regione Europea della Gastronomia.

Inoltre, la città è stata designata come Città Europea dello Sport nel 2019. Mantova è un vero e proprio museo urbano diffuso, presente su Google Arts & Culture con oltre 1.000 opere digitalizzate e 40 mostre virtuali in 8 musei virtuali differenti.

Secondo il rapporto di Legambiente “Ecosistema Urbano 2023”, Mantova si è classificata al secondo posto nella graduatoria delle migliori città italiane per la qualità dell’ambiente e della vita.

Geografia

Geograficamente, Mantova si trova nella Lombardia sud-orientale, vicino al lago di Garda e al confine con le regioni Veneto ed Emilia-Romagna. Le città di Verona, Brescia e Modena sono le più vicine.

Il territorio mantovano è stato plasmato nel XII secolo dall’architetto Alberto Pitentino, il quale ha organizzato un sistema difensivo attorno alla città, circondandola con quattro laghi derivati dal fiume Mincio. Tuttavia, nel XVII secolo, una forte inondazione ha causato la trasformazione dei laghi in paludi malsane, portando a una decadenza rapida. Oggi, Mantova è circondata da tre specchi d’acqua, conferendo alla città un’atmosfera magica.

Il paesaggio naturale di Mantova è caratterizzato dai laghi, con fiori di loto provenienti dal sud est asiatico, introdotti nel 1914. La fauna e la flora acquatica includono specie autoctone come la castagna d’acqua e le ninfee bianche. Il territorio è popolato anche da uccelli come l’airone rosso, le gallinelle d’acqua e varie specie di aironi.

Dal punto di vista sismico, Mantova è classificata come zona 3. Nel 2012, il terremoto dell’Emilia ha causato danni significativi agli edifici storici della città.

Storia

Dalle origini del nome…

Il racconto mitico delle origini di Mantova si intreccia strettamente con la figura della profetessa Manto, secondo la tradizione greca, figlia dell’indovino tebano Tiresia. La narrazione mitologica presenta una dualità in questa figura, simile a quanto accaduto con quella di Longino. Le fonti greche raccontano che Manto, fuggita da Tebe, si fermò nell’attuale Turchia, mentre altre descrivono il suo arrivo, dopo un lungo peregrinare, nel territorio allora completamente palustre che oggi ospita la città di Mantova.

In questo luogo, la leggenda narra che Manto creò un lago con le sue lacrime, e queste acque magiche conferivano la capacità profetica a chiunque le bevessero. Si dice che Manto avesse incontrato e sposato Tybris, la divinità fluviale del Tevere, re dei Toscani. Dal loro matrimonio nacque Ocno, noto anche come Bianore, il quale avrebbe fondato una città sulle sponde del fiume Mincio, dedicandola alla madre e chiamandola Mantua. Questa versione mitica della fondazione di Mantova è riportata nell’Eneide di Virgilio.

Un’altra teoria sostiene che il nome Mantova derivi da Manth, dio etrusco e signore dei morti nel pantheon tirreno.

Il mito della fondazione di Mantova trova eco anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, nel XX Canto dell’Inferno. Qui, Dante e la sua guida mantovana Virgilio incontrano gli indovini. Indicando una di queste anime, Virgilio descrive i dintorni della città, il Lago di Garda e il corso del Mincio che si getta nel Po a Governolo, riferendosi alla leggenda dell’indovina Manto.

Fer la città sovra quell’ossa morte;
e per colei che ‘l loco prima elesse,
Mantüa l’appellar sanz’altra sorte

(Dante Alighieri, Divina Commedia-XX Canto dell’Inferno.)

…alla sua fondazione ed evoluzione

Lo scrittore latino Servio Mario Onorato attesta che Mantova fu una delle città fondate dall’antico popolo degli Umbri. In seguito, la città fu abitata dagli Etruschi, seguiti dai Celti. I Romani intervennero per fortificare la città dopo aver scacciato queste popolazioni. Durante questo periodo storico, nacque il celebre poeta Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.).

Nell’anno 1000, iniziò il dominio della famiglia Canossa su Mantova, con Tedaldo di Canossa e la contessa Matilde, che ampliarono le proprietà e contribuirono alla costruzione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, Mantova fu coinvolta in frequenti scontri con le popolazioni confinanti, inclusi veronesi, cremonesi e reggiani.

Nel 1246, Ezzelino da Romano conquistò la città con il suo esercito, ma dopo due mesi di battaglie, fu sconfitto, inaugurando un’epoca di prosperità per Mantova. Durante questo periodo, furono eretti il Palazzo del podestà e il Ponte dei Mulini, mentre la città fu dotata di possenti mura.

Nel 1276, iniziò l’ascesa della potente famiglia dei Bonacolsi, che costruirono imponenti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328, l’ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto “Passerino”, venne ferito a morte da Luigi Gonzaga, con il supporto della famiglia Della Scala di Verona, che aspirava a prendere possesso della città.

Cominciava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò fino al 1707. Questo periodo segnò l’apice dell’importanza di Mantova, che divenne una delle città più prestigiose e uno dei principali centri artistici in Europa. Artisti come Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un’impronta indelebile sull’architettura della città.

Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio da parte dei lanzichenecchi nel 1630, che portò alla diffusione della peste. Iniziò quindi il lento declino, coincidente con la fine della signoria dei Gonzaga, che nel 1707 cedette la città agli austriaci. Seguirono le dominazioni francese e austriaca nel 1815, quando Mantova divenne un punto strategico del Quadrilatero, insieme a Peschiera, Verona e Legnago.

Nel 1852 si verificò l’eccidio dei Martiri di Belfiore, anticipando l’unità nazionale italiana. Nel 1866, Mantova entrò a far parte del Regno d’Italia.

Lo stemma

Lo stemma della città, nonostante la catalogazione come città ghibellina, presenta elementi tipicamente guelfi. Con una croce rossa su sfondo argento e la testa di Virgilio circondata da un serto di alloro, lo stemma riflette l’eredità culturale e storica di Mantova.

 

 

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